Poesia “Perù. La vita (Della rabbia – Della Corsa)”

Dalla raccolta  <Latinoamerica. Paesaggi e pulsioni di un sogno tra la vita e la morte>, Trento 1982

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Correre con le tempie
squassate dal grido
schiumando bestemmie
come piccoli doni per la strada
ed afferrare il luogo
come esso è,
incandescente realtà
che mi volgo a possedere,
e con le mani
apro la terra
e ne stringo le interiora
e ne bacio la verità
che non è mia,
che non è dell’uomo
(selvatico frammento di natura,
uomo,
carne stordita di domande
uomo
sparato nudo sulla cresta
della storia
uomo
che ti libri saccente
tra cento confusi lamenti)
e dare di sé fin il testamento
e gli occhi
e il dolce stupore
scuotendo l’aria
di danze e dipinti
per cogliere l’interna follia
della Vita
e gustarla come cibo veloce
ingoiandone i bagliori di metallo
e i solfeggi di seta
eppoi daccapo
come nel frenetico film del possesso
che le ore se ne vanno
che le ore se ne andranno
ed i mari con esse
e per questo svaniamo
e stupiamo e copriamo
la nostra dolcezza, il nostro sospiro,
e più spesso gridiamo
soli
per rubare quel cantico
-che vivere è scuotere
i propri genitali
alla luce del primo mattino
e inseguire con fruste
le tempie della natura
ed urlare/sincopato
di sirene
in porti sepolti dall’aurora
con mani rotte d’amore
mentre sguaiate orazioni
mostrano alla luna
fiori di carne consumata
dal godimento,
striscio e scoppio
di valvole cerebrali
che iniettano nel cielo
la frenetica corsa di questi nostri momenti
sotto le insegne invereconde
di una umanità slabbrata
che si dà ed accetta –
(Guardate dove è finito l’Amore!
Sui meandri del Nulla).
E poi quel caldo silenzio
che tutti cercano
quel sentirsi d’aria
sulle vette
quel cielo così stranito
che non implora più
che non canta più
che sbolle piano nell’infinito
che vagheggia brume
al tepore dell’ignoto
via,
con anime flebili
che han perso ogni scommessa
e la Morte è quel nulla
dove non si ode fruscio
e dove le membra
muovono solo i sospiri
(e la memoria dei vivi
colora questo spazio
per preparare un domani
di topazi ed astri)
e sa di protezione
e violenze sfuggite
e coperta consolante
e la mano di Vladimir
portò a letto quel nulla
e Sergej si impicco’
per una sua carezza
e Kerouac bevve finché
la Morte
gli scoppiò in bocca

A volte mi par di sentirla
Scucire il suo manto.