Poesia “Il volo del fuco”

Dalla raccolta <Il fuco e la fica>, Trento 2000
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…quell’unica ora
la sola ora
respira-respira piano
e fletti ed arcua l’addome
a provarti
mentre non va il pensiero
ché non scegli l’amore né la morte
ed è come se la regina dei tuoi
fuco
dovesse essere tua
sola e tua
e non vedi quei cento, quei mille
a scuotersi
mentre anche tu provi
e dentro
accelerano le tue secrezioni
tua sola essenza e ragione.
Vuoi la femmina
tu la vuoi
(condurla al maschio
che tu sei
per la sua docile fecondazione)
e volerà sotto
o di lato
infilzata
infilata
infigata
(femmina).
Li senti ora
li senti appena
quei farneticanti maschi
che si preparano accanto
sul prato.
È primavera forse
o estate
o l’ultimo autunno
ma tu hai un giorno ancora
ora pochi minuti.
È il sole bello
il tuo ultimo sole trentino.
Ed ecco
ti han detto che bisogna volare
che devi partire ora
che la femmina
sola e regina
sta andando alle nozze
alle nozze di luce
e non ti sei preparato invano
in scatto raccolto
schioppettata alata
tu miri a quel sole accecante
tu corri alla luce viva
al fuoco tu corri
sarai di brace
ardente sarai
ed ogni cellula tua vuole solo salire più in alto
e serve il corpo tuo per non fallire
violino il tuo corpo
accordato stretto alla velocità
in alto dov’è la regina
veloce sulla regina
fuco
alla fica
alla fica
alla fica
ed aria convulsiva
e freddo nella luce
più in su
più in là nella vita
t’escono gli occhi
e quant’hai di polmoni
e di sangue che si concentra
perfetto
animale
nei tuoi spasmi fisici
che ti servono ora
nell’allucinato volo,
verso la luce forse?
Io voglio bruciarmi nel sole
io voglio coprirlo il sole
o la femmina voglio o l’utopia
volo più alto dei fuchi
degli altri fuchi io volo più alto
son morti alcuni, son crepati
si è aperta la carcassa loro
dal tanto volare
in alto, in alto.
E la vedo ora
vedo la regina
donna
la vedo
volarmi vicino
davanti.
Ma non vedi
fuco
e non sai
del suo acido 9-chetodecenoico
volgare avvilente
acido 9-chetodecenoico
che lei piscia nell’aria
ti spruzza fuco
ti copre i peluzzi
e ti entra
t’acceca fuco
e ti allucina di luce e di fuoco e di sole
fuco
t’accelera il volo
fuco
il cuore t’accelera alla parossia
vai fuco
vai al sole illudendoti
di un bacio ancora
di un ultimo bacio fuco
ma l’acido che non vedi
l’acido che non vedi fuco
ti porta a quell’unico altare
di regina/luce/fuoco divino.
Ti ardi.

È tua maschio volatore
che hai vinto
in forza e destrezza
che hai voluto volare
maschio volatore
è tua ora in volo
rapido ingallala
immaschiala in volo
ora
maschio fuco volatore
esplodendo in lei
il tuo sesso intero.
S’apre in cristalli
il tuo godimento
in lacerazioni
poi in singhiozzi
e spasmi.

E la morte

Mentre altri fuchi
al suicidio
correranno 11 voli d’amore (ancora)
tu senti ora
quanto è duro l’amplesso
e non sai
chi ti ha chiamato alla morte
e perché
tu hai volato:
non Dio ma un acido
non la tua volontà
ma il perpetuo destino:
tu sei nato per scoppiare in lei
in un giorno di sole.
Agonizza il tuo amore
e quel tuo corpo bello
curato
serve un solo volo.
Un acido ti ha portato all’amore
quel suo piscio
se hai a lei donato
i tuoi occhi
piangendo un poco
quando il ventre tuo
si apriva in lei
(ma non era per il dolore
Il tuo pianto
o per la morte tua prossima:
era il senso che ti mancava,
la continuazione).